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Marketing della carta igienica: ovvero come spendere di più per lo stesso rotolo.


Nel mondo ideale, la carta igienica sarebbe un prodotto semplice: serve a uno scopo preciso, si consuma in silenzio, non ha bisogno di attenzioni. Nel mondo reale, invece, è diventata uno degli esempi più curiosi — e riusciti — di marketing applicato al quotidiano.

Perché sì: anche la carta igienica ha un brand, un tono di voce, una strategia di posizionamento. E funziona talmente bene che riusciamo a discutere (e spendere) per scegliere quale rotolo ci rappresenta meglio.

Dal bisogno al desiderio: la lezione invisibile del marketing della carta igienica

Il marketing moderno non si limita più a vendere prodotti: vende significati, emozioni, stile di vita. E quando si confronta con un bene universale, quotidiano e imbarazzante come la carta igienica, scatta la sua formula più sofisticata:

  1. Sottrae la funzione. La funzione (pulire) sparisce. Viene sostituita da concetti più nobili: comfort, delicatezza, benessere, cura di sé.

  2. Maschera il bisogno. Attraverso grafiche rassicuranti (fiori, animali, bambini), colori pastello e profumazioni rilassanti, l’imbarazzo viene rimosso. Il rotolo smette di essere ciò che è, e diventa un oggetto da scegliere con gusto.

  3. Trasforma il consumo in identità. Più veli? Più valore. Più profumo? Più attenzione. La carta igienica diventa una dichiarazione di sensibilità personale.

Il risultato è una vera e propria esperienza di marca, costruita su un prodotto che non avrebbe alcun bisogno di essere raccontato. Eppure ci riesce — molto bene.

Marketing della carta igienica


Quattro strategie ricorrenti (che trovi su ogni scaffale)

  1. I veli come simbolo di status. Due veli = base. Tre = standard. Quattro o cinque = attenzione, qui si parla di “cura”. In realtà cambia pochissimo, ma la percezione cambia tutto.

  2. Le profumazioni sensoriali. Lavanda, camomilla, muschio bianco. Non migliorano l’efficacia, ma stimolano l’idea di “pulizia raffinata”.

  3. Il design emozionale. Colori delicati, animali sorridenti, confezioni eleganti. La carta non si mostra per ciò che è, ma per ciò che vorremmo pensare che sia.

  4. Il linguaggio pubblicitario. “Testata dermatologicamente”, “cura profonda”, “morbidezza extra”. Parole che suonano rassicuranti, ma spesso non hanno valore tecnico oggettivo.

Come difendersi senza estremismi.

Non si tratta di rinunciare al comfort, né di tornare alla carta ruvida dei tempi andati. La questione, semmai, è un’altra: quanto siamo davvero consapevoli di ciò che stiamo comprando?

Il marketing, quando è ben fatto, sa costruire valore anche attorno ai gesti più semplici. Il problema nasce quando questo valore è percepito, ma non reale — e finiamo per pagare una narrazione, non una differenza concreta.

Difendersi, in questo caso, non significa diventare sospettosi o iper-razionali. Significa, più semplicemente, riprendere il controllo delle proprie scelte. Ecco alcune buone pratiche per farlo, con leggerezza e lucidità:

1. Valuta il contenuto, non solo il contenitore. Spesso il cosiddetto "formato convenienza" lo è solo per chi lo vende.

2. Ascolta le parole, ma non prenderle per oro colato. Termini come “cura profonda”, “pelli sensibili” o “benessere quotidiano” sono formulazioni persuasive, ma raramente supportate da evidenze concrete. Sono pensate per emozionarti, non per informarti.

3. Sperimenta, ogni tanto, soluzioni più essenziali. Senza pregiudizi. Giusto per verificare se la differenza tra “premium” e “standard” sia davvero così marcata come vogliono farti credere. Spesso non lo è. 4. Chiediti, semplicemente, perché lo stai comprando. Ti serve davvero? O ti fa solo sentire più curato, più attento, più “giusto”? Non c’è nulla di male a scegliere un prodotto che ci fa stare bene.

Ma è importante sapere se stai comprando la carta… o la sensazione di essere una persona migliore.

Il marketing della carta igienica è uno dei casi più raffinati di storytelling applicato alla banalità. Non vende un oggetto: vende un modo di vivere quel gesto invisibile, rendendolo più accettabile, più “di marca”, più tuo.

Un esempio perfetto di come, nel marketing moderno, non sia importante cosa compri… ma come te lo raccontano.

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© 2023 - Marketing Antipatico - Marco Gasparri Consulente Marketing - (+39) 347 9729834 - info@marketingantipatico.com

25 anni di esperienza nell'ambito della consulenza marketing in tutto il centro Italia. Attivo in Toscana (Siena, Arezzo, Grosseto, Lucca, Livorno, Firenze), Umbria (Perugia, Terni), Lazio (Viterbo), Liguria (La Spezia). Altre info su: www.kalimero.it

 

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