Brett Scott e la verità (scomoda) sul mondo cashless
- Marco Gasparri
- 4 nov
- Tempo di lettura: 3 min
(La filiera invisibile del pagamento)
C’è un uomo che ha fatto il percorso inverso di tanti altri.
È entrato nel cuore della finanza globale, ne ha assaggiato il potere, e poi ha deciso di raccontare quello che non si vede.
Si chiama Brett Scott, e oggi è uno dei critici più lucidi del sistema economico digitale che governa le nostre vite — e soprattutto, i nostri pagamenti. Dal cuore della City alla ribellione
Scott è sudafricano, classe 1981. Dopo la laurea in antropologia e sviluppo, approda nella City di Londra come broker di derivati, in pieno boom pre-crisi. È il mondo scintillante dei numeri, del rischio e dell’adrenalina. Poi arriva il 2008, la grande crisi. E Scott assiste in diretta al collasso del castello di carta costruito dalla finanza globale.
È in quel momento che qualcosa si spezza. Lascia il settore e decide di fare l’opposto: non più moltiplicare denaro astratto, ma capire come il denaro funziona davvero.
Inizia a scrivere, studiare, collaborare con ONG e realtà alternative. Nel 2013 pubblica The Heretic’s Guide to Global Finance, una sorta di manuale di sopravvivenza per chi vuole capire il sistema dall’interno. Ma è nel 2022, con Cloudmoney, che diventa un punto di riferimento internazionale: il suo libro spiega come il denaro digitale stia trasformando la società più di quanto immaginiamo.

La guerra al contante
Scott usa un’espressione semplice e potente: “la guerra al contante.” Secondo lui, la transizione verso una società senza denaro fisico non è solo una questione di tecnologia, ma di potere.
Ogni volta che un pagamento diventa digitale, entra in un ecosistema privato fatto di intermediari — banche, circuiti, piattaforme, app. Ognuno prende una micro-commissione, una piccola percentuale quasi invisibile.
E più il denaro “viaggia” in questa rete, più valore si disperde in fee, dati, e margini. Chi guadagna? Non chi produce o vende, ma chi fa passare il denaro da un punto all’altro.
Scott la chiama “Cloudmoney”: il denaro sospeso nel cloud, che non appartiene più a noi ma alle infrastrutture che lo ospitano. Un denaro smaterializzato, tracciabile e monetizzabile.
Il contante, invece, è l’ultimo gesto economico libero: passa di mano in mano, non lascia tracce, non paga pedaggi. È “peer to peer” nel senso più puro. E proprio per questo — dice Scott — è diventato un nemico.

Non un complottista, ma un realista
Chi difende il contante viene spesso etichettato come conservatore, evasore o nostalgico. Scott è l’esatto contrario: è un progressista che chiede di non confondere innovazione con sottomissione.
Nel suo lavoro collabora con reti di finanza etica, progetti di valute comunitarie e criptovalute mutualistiche, dove la tecnologia serve a rafforzare la libertà, non a sostituirla con algoritmi.
Per lui, la questione non è “digitale sì o no”, ma “chi controlla il digitale”.
Non è contro la modernità — è contro la dipendenza invisibile che essa crea quando diventa monopolio.
La filiera invisibile del pagamento
Scott spiega che ogni volta che paghi con app o smartwatch, il tuo denaro attraversa una piccola giungla di soggetti: una banca che riceve, una che emette, un circuito che gestisce, un’app che facilita, e spesso una piattaforma che incassa una commissione extra.
Ognuno prende un pezzetto, un centesimo alla volta. Poco per te, tantissimo per loro. Sommati, quei centesimi generano decine di miliardi di euro l’anno solo in commissioni.
E questo è solo il lato economico. C’è anche quello informativo: ogni pagamento diventa un dato, un comportamento, un profilo. Chi spendi, dove, quando, con che frequenza. È marketing in tempo reale, pagato da te e gestito da altri.
Il marketing della “comodità”
Come ogni buon prodotto, anche il mondo cashless si vende bene. La narrativa è perfetta: è veloce, è moderno, è sicuro. E soprattutto, è “comodo”.
Ma — dice Scott — comodo per chi? Per te, che paghi un caffè con il telefono? O per chi guadagna su ogni tuo tap?
La comodità è l’argomento più potente del marketing contemporaneo :ti fa sentire moderno mentre ti rende prevedibile. E ogni innovazione che riduce l’attrito riduce anche la consapevolezza. Paghi senza accorgertene. E proprio per questo, paghi sempre di più.
Brett Scott non sogna un ritorno al passato. Sogna un futuro dove le persone sappiano quanto costa davvero la comodità.
Il contante non è perfetto, ma è un linguaggio economico diretto, senza intermediari, senza algoritmo. Difenderlo oggi non è nostalgia: è resistenza civile.
Perché se ogni gesto economico passa da un cloud privato, il problema non è solo come paghi. Il problema è chi ti sta guardando mentre lo fai.



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