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Il marketing del silenzio

(Ovvero: quando il silenzio vale più di mille post – anche in Maremma)



Viviamo tempi rumorosi. Tutti parlano, tutti comunicano, tutti pubblicano. Ogni giorno scrolliamo chilometri di parole, offerte, video parlati, promesse. Un brusio continuo, pieno di “sconti imperdibili” e “ultimi giorni”, come se la nostra attenzione valesse meno di un euro e novantanove.

Siamo circondati da un chiacchiericcio digitale costante. È come stare in un mercato con un megafono in ogni bancarella: tutti gridano, nessuno ascolta.

Nel marketing – quello vero, quello che funziona e costruisce valore nel tempo – c’è una regola tanto semplice quanto dimenticata: a volte, stare zitti funziona meglio che parlare.

marketing del silenzio

Il paradosso: comunicare meno, comunicare meglio

Nel tentativo di “esserci”, molte attività – anche qui nel nostro territorio – finiscono nella trappola del “pubblica per forza”. Ogni giorno un post. Ogni giorno un reel. Ogni giorno un contenuto, anche se non si ha niente da dire.

Così anche il fornaio sotto casa si trasforma in motivatore seriale: “Se vuoi, puoi!”. L’agriturismo di famiglia pubblica la centesima foto del tramonto. Il negozio di ferramenta ti ricorda che “la chiave del successo è il lavoro duro”, con tanto di emoji del martello.

Ma serve davvero? Il punto non è quanto comunichi, ma quanto valore c’è in quello che comunichi. È lì che si gioca la partita.

Il silenzio non è assenza, è intenzione

Teniamolo a mente: stare zitti non vuol dire sparire, vuol dire scegliere. Significa selezionare cosa dire, quando, a chi, e con quale tono. Significa usare il silenzio come forma di rispetto verso chi ti ascolta, come pausa necessaria per farsi desiderare. Nella musica lo sanno bene: le pause contano quanto le note.

Una PMI locale, un’attività familiare, un artigiano: non ha bisogno di imitare le multinazionali. Non deve rincorrere algoritmi, challenge, balletti. Ha bisogno di trovare una voce sua, vera, riconoscibile, coerente. E poi usarla con misura. Magari con grazia.

Chi sa tacere, a volte conquista

Pensiamo a certi agriturismi tra le colline dell’Albegna, che non fanno pubblicità da anni eppure sono sempre pieni. O ai forni di paese che non hanno nemmeno un sito, ma ogni mattina c’è la fila. O ancora a certe trattorie della Maremma interna, fuori dai radar digitali, ma nel cuore della gente.

Non è magia. È reputazione. È coerenza. È passaparola. È marketing del silenzio, anche se non lo chiamano così. Chi ha qualcosa di buono da offrire, non ha bisogno di gridarlo ogni giorno.

Meno parole, più sostanza

La verità è che il silenzio comunica. Comunica attenzione, sobrietà, autenticità. In un mondo saturo di messaggi, chi tace al momento giusto diventa interessante. In un feed dove tutti parlano, chi ascolta diventa magnetico.

E qui, in Maremma, questa cosa la sappiamo già. La nostra è una terra di gente concreta. Diffidente verso chi chiacchiera troppo. Uno che parla poco, ma mantiene la parola, ha sempre avuto più credito di uno che promette mari e monti e poi sparisce.

Cinque spunti pratici per le PMI locali:

  1. Non devi essere ovunque: scegli uno o due canali e curali bene. Se sei su Facebook, fallo bene. Se sei su Instagram, fallo bene. Il resto può aspettare.

  2. Non parlare per forza: non è grave saltare una settimana. Grave è diventare invisibili perché dici sempre le stesse cose.

  3. Racconta il vero: la tua storia, i tuoi errori, una giornata complicata, una cliente contenta. L’autenticità non ha bisogno di effetti speciali.

  4. Ascolta prima di rispondere: guarda cosa dicono i tuoi clienti, leggi i commenti, osserva. Le risposte stanno lì, non nei tutorial su TikTok.

  5. Fatti desiderare: una comunicazione sobria, calibrata, costruisce curiosità. E la curiosità è il motore della relazione.

Conclusione: il marketing del silenzio che fa bene

Il marketing “antipatico” è quello che non si mette in ginocchio per piacerti. È quello che non ti insegue con newsletter ogni tre giorni, non ti bombarda di notifiche e non urla slogan. È quello che ti rispetta. Che sa aspettare. Che sa quando parlare. E soprattutto: sa quando tacere.

E forse, proprio qui in Maremma, dove il vento fa parlare gli alberi e il mare risponde piano, il silenzio non è mai stato un problema. È stato, semmai, un modo elegante di farsi notare.



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© 2023 - Marketing Antipatico - Marco Gasparri Consulente Marketing - (+39) 347 9729834 - info@marketingantipatico.com

25 anni di esperienza nell'ambito della consulenza marketing in tutto il centro Italia. Attivo in Toscana (Siena, Arezzo, Grosseto, Lucca, Livorno, Firenze), Umbria (Perugia, Terni), Lazio (Viterbo), Liguria (La Spezia). Altre info su: www.kalimero.it

 

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