Ti è mai capitato di comprare un aggeggio da cucina che prometteva di rivoluzionare la tua vita, salvo poi scoprire che era più utile come fermacarte? Oppure di accumulare magliette con frasi divertenti che non hai mai avuto il coraggio di indossare? Tranquillo, non sei solo: il marketing ci frega tutti, e lo fa con metodi raffinati.
Ma perché ci innamoriamo delle cose inutili? E soprattutto, perché le aziende riescono a vendercele con una facilità imbarazzante?

1. L’illusione della necessità
I migliori marketer non vendono prodotti, vendono soluzioni. O almeno, ti convincono che quel prodotto risolverà un problema che forse non sapevi nemmeno di avere.
Esempio classico: il taglia-anguria. Hai mai avuto difficoltà a tagliare un’anguria? Probabilmente no. Eppure, appena vedi un video in cui qualcuno usa un affilatissimo gadget che crea fette perfette in tre secondi, ti sembra improvvisamente indispensabile.
Morale: se un prodotto sembra creato su misura per una piccola frustrazione della tua vita, occhio: è stato pensato proprio per questo.
2. Il fascino dell’esclusività
Perché corriamo a comprare oggetti solo perché sono in edizione limitata? Il trucco è nella scarsità: quando qualcosa è disponibile solo per un breve periodo, scatta un senso di urgenza.
Esempi perfetti:
Le scarpe da ginnastica in edizione speciale che vanno sold out in 10 minuti.
Il gusto di gelato disponibile solo per un mese.
La promo “solo per oggi” che casualmente torna ogni settimana.
Morale: quando ti dicono che è l’ultima occasione per comprare qualcosa, probabilmente non è vero. Ma il tuo cervello non vuole rischiare.
3. L’effetto “se lo comprano tutti, lo voglio anche io”
La riprova sociale è potentissima: se vediamo che tutti acquistano qualcosa, automaticamente ci convinciamo che deve valerne la pena.
Esempio:
Il gadget virale su TikTok che “ha cambiato la vita” a milioni di persone.
Il bestseller su Amazon con 10.000 recensioni entusiaste (di cui magari 9.500 fake).
Il ristorante con una fila infinita fuori, che ci fa pensare: “Se c’è la coda, deve essere buonissimo”.
Morale: più un prodotto sembra popolare, più ci sentiamo in dovere di provarlo. Anche se non ci serve.
4. L’acquisto emotivo
Non compriamo con la testa, compriamo con il cuore. O meglio, con l’istinto. Gli acquisti impulsivi nascono da emozioni: noia, stress, felicità, nostalgia… Il marketing lo sa e gioca su queste leve.
Esempi:
Sei triste? Regalati qualcosa, te lo meriti.
Sei felice? Festeggia con un acquisto.
Hai nostalgia degli anni ‘90? Ecco il gadget che ti riporta all’infanzia.
Morale: se stai comprando qualcosa per “tirarti su il morale”, fermati un attimo. Forse hai solo bisogno di una passeggiata.
5. Il piacere della caccia all'affare
Il Black Friday, i saldi, le offerte a tempo: non è tanto il risparmio a spingerci, ma la sensazione di aver fatto un colpo grosso.
Esempio perfetto:
Acquisti un elettrodomestico che non userai mai solo perché è scontato del 70%.
Spendi 200 euro per comprare dieci cose in saldo, quando con 50 euro avresti preso solo quelle che ti servivano davvero.
Morale: il miglior affare è quello che non fai.
Quindi, come smettere di comprare cose inutili?
La verità? Non smetterai. Perché il marketing è più furbo di te. Ma almeno, ora lo sai.
(PS: Se dopo aver letto questo articolo hai ancora voglia di comprare un taglia-anguria, sappi che ti capisco.)
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