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RISULTATI DI RICERCA

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  • Maremma e futuro: una terra da vivere e reinventare

    C’è una provincia in Toscana dove il tempo sembra scorrere più lentamente, dove la bellezza del paesaggio ti avvolge e la vita ha ancora un ritmo umano. È Grosseto, cuore della Maremma, un territorio che incanta per la sua autenticità e che oggi si trova davanti a una grande opportunità: trasformare la sua straordinaria qualità della vita in un motore di crescita, non solo demografica, ma anche economica e culturale. Un territorio di bellezza e fragilità Grosseto è una terra che custodisce tesori naturali e storici. Dal Parco della Maremma, con i suoi panorami mozzafiato, alle colline coperte di ulivi e vigneti, fino ai borghi medievali che sembrano usciti da una cartolina. Ma questa ricchezza, in molti casi, non viene sfruttata appieno. Le infrastrutture restano una nota dolente: strade e collegamenti ferroviari insufficienti isolano alcune aree e rendono più difficile attrarre visitatori e investitori. L’agricoltura è il cuore pulsante dell’economia maremmana. I prodotti del territorio – dal Morellino di Scansano all’olio extravergine d’oliva – sono eccellenze riconosciute a livello internazionale. Ma questa agricoltura, per quanto prestigiosa, fatica a rimanere competitiva. I margini economici sono ridotti, e chi lavora la terra spesso non riesce a trarre il giusto profitto dai propri sforzi. Anche il turismo, che rappresenta un’altra colonna portante, vive di alti e bassi. L’estate è il momento clou, con le spiagge di Castiglione della Pescaia e dell’Argentario prese d’assalto, ma per il resto dell’anno il territorio sembra rallentare, perdendo molte opportunità. L’entroterra, con le sue storie etrusche, i borghi e i percorsi naturalistici, rimane spesso un “tesoro nascosto” che pochi conoscono davvero. La qualità della vita: il vero motore del futuro Se c’è una cosa che rende Grosseto unica, è la sua qualità della vita. Qui si respira un’aria diversa: la natura è sempre a portata di mano, i ritmi sono meno frenetici rispetto alle grandi città, e la comunità conserva valori autentici. Questa qualità della vita potrebbe diventare il perno di una rinascita demografica ed economica. Perché scegliere di vivere in Maremma non è solo una questione di paesaggi: è una scelta di vita. Una scelta che potrebbe attrarre giovani famiglie, professionisti in cerca di equilibrio tra lavoro e benessere, e persino nomadi digitali, per cui il contesto naturale e una buona connessione internet sono fondamentali. Immaginate di lavorare da un borgo medievale con vista sulle colline o di crescere i vostri figli in un luogo dove possono correre liberi in mezzo alla natura. Questo è ciò che la Maremma può offrire. Per trasformare questa qualità della vita in crescita reale, servono investimenti mirati e una visione chiara fatta di un'agricoltura moderna, di turismo tutto l'anno, di infrastrutture digitali adeguate, di una rigenerazione dei borghi, di incentivi per le aziende manifatturiere. Un futuro possibile La provincia di Grosseto ha tutto per diventare un modello di sviluppo sostenibile, ma la strada passa dalla consapevolezza. Consapevolezza che la qualità della vita non è un dato scontato, ma una risorsa da valorizzare. E che investire su questa terra significa investire su un modo di vivere diverso, più autentico e umano. La Maremma può diventare un laboratorio di innovazione, un luogo dove tradizione e modernità si incontrano. Un territorio che non si limita a essere bello, ma che diventa un esempio di come bellezza e sviluppo possano andare di pari passo. E voi, come immaginate il futuro di Grosseto? Che ruolo potrebbe avere la qualità della vita nella rinascita di questa provincia?

  • Visit Oslo: Quando la Psicologia Inversa Diventa Marketing di Successo

    In un mercato turistico che vede le città d'arte sempre più affollate e invivibili nei mesi di punta - come nel caso di Amsterdam, Firenze e Venezia - Oslo punta sulla psicologia inversa . Questo approccio innovativo ha reso la campagna Visit Olso letteralmente vincente e virale: solo su YouTube, il video ha superato le 250.000 visualizzazioni (al 1° luglio 2024) e su X ha raggiunto i 2 milioni di visualizzazioni. Il video, ideato da NewsLabs As e pubblicato sul canale YouTube di Visit Oslo , vede come protagonista Halfdan, un trentunenne di Oslo. Con un tono volutamente e ironicamente monotono Halfdan elenca tutte le ragioni per cui, secondo lui, non si dovrebbe visitare la capitale norvegese. Ironia della sorte, queste ragioni – poca folla, prezzi accessibili, facilità negli spostamenti – sono proprio quelle che rendono la città ideale per chi cerca una pausa dal trambusto delle grandi città. Fin dai primi secondi del video Halfdan descrive Oslo come una città fin troppo accessibile e poco esclusiva che offre la possibilità di fare una nuotata senza allontanarsi dal centro, incontrare il re o il primo ministro per strada, attraversare la città a piedi in meno di trenta minuti, visitare un museo senza fare la fila e cenare in un ristorante stellato senza prenotazione. Il video diventa addirittura iconico quando il protagonista afferma che si c'è anche qualcosa di interessante da vedere, ma "non è esattamente la Monna Lisa!", conclude davanti a "L’urlo" di Munch. La campagna di Visit Oslo , insomma, trasforma i presunti punti deboli della città in veri e propri punti di forza. Mentre Halfdan elenca con dovizia di particolari le ragioni per non visitare Oslo, sullo schermo scorrono immagini delle architetture, dei musei, dello skyline, della movida e dei piatti tipici della cucina norvegese. Oslo quindi diventa agli occhi dell'utente una meta perfetta per chi cerca una vacanza rilassante, accessibile e autentica. La capitale si gioca quindi il ruolo di "underdog" tra le mete europee. Un successo assicurato per una campagna che invita, con ironia, a scoprire e vivere la capitale norvegese.

  • Perché Trump potrebbe vincere contro Harris: marketing elettorale a confronto

    La corsa presidenziale americana è molto più di una semplice elezione: è un esercizio massiccio di marketing politico e psicologia sociale , che riflette non solo le tensioni nazionali, ma anche le aspirazioni e le paure della popolazione. Il fascino della campagna elettorale negli USA non risiede solo nelle questioni politiche o economiche, ma nella narrazione strategica che i candidati riescono a costruire e far vivere al pubblico. Guardando i potenziali sfidanti Donald Trump e Kamala Harris , osserviamo due figure politiche che incarnano visioni di leadership completamente opposte. Cosa rende una figura come Trump così efficace in termini di marketing politico , e perché Harris potrebbe non avere la stessa presa sull’elettorato? 1. Brand Awareness: l’effetto del nome Trump Donald Trump gode di una notorietà consolidata grazie alla sua lunga carriera mediatica e al suo mandato come presidente. Per i marketer, questo è il risultato di un brand forte, che, pur con opinioni controverse, è immediatamente riconoscibile. Il “marchio” Trump è legato a messaggi forti come “America First” , che rimangono impressi nella memoria dell’elettorato e che portano con sé una narrazione chiara. Kamala Harris, pur essendo nota, non ha ancora raggiunto un livello di riconoscibilità paragonabile. 2. Posizionamento di Mercato: l’effetto di Distinzione In termini di posizionamento, Trump si presenta come un “disruptor” politico , portando avanti la narrazione di sfidare l’establishment e di rappresentare l’uomo comune. Questa strategia lo rende “distinto” agli occhi di un pubblico che cerca un leader “diverso dai soliti”. Kamala Harris, invece, è percepita come più tradizionale e affiliata all’establishment democratico. Dal punto di vista del marketing, posizionarsi come un outsider in un momento di insoddisfazione generale ha spesso un appeal maggiore rispetto al rappresentare la continuità. 3. Targeting e Segmentazione: Trump e la base fedelissima Trump è abile a parlare a un segmento ben definito di elettorato, composto da persone che si sentono ignorate dalle élite e da chi cerca una visione tradizionale dell’America. Harris, invece, ha un target più eterogeneo, ma allo stesso tempo più difficile da soddisfare, dato che le sue proposte devono risultare attraenti sia per i democratici progressisti sia per i moderati. La strategia di targeting più mirata di Trump si traduce in una capacità di convertire più elettori, un aspetto cruciale nella battaglia per la presidenza. 4. Messaggi brevi e memorabili: lo Slogan “America First” Un messaggio che funziona è breve, chiaro e ripetibile , e Trump lo sa bene. Il suo slogan “America First” ha avuto un impatto emotivo e ha rafforzato l’identificazione della sua immagine con un progetto nazionale. Invece, Harris e il Partito Democratico tendono a usare una comunicazione più sfumata e meno “memorabile” nell’immediato. Anche in marketing, spesso vince chi riesce a riassumere la propria proposta in poche parole incisive. 5. Uso dei Social Media: la forza del Marketing Digitale di Trump Trump è stato uno dei primi leader politici a sfruttare i social media come veicolo diretto di comunicazione , creando una connessione quasi immediata con il suo pubblico e bypassando i canali mediatici tradizionali. Il suo stile di comunicazione diretto, spesso polemico e istantaneo, continua a catturare l’attenzione e a creare discussione. Harris, invece, adotta un tono più istituzionale, che può apparire meno autentico e meno coinvolgente per un’audience digitale. Il Marketing della Politica e il potere della Narrazione La sfida tra Donald Trump e Kamala Harris non si gioca solo sui contenuti, ma anche sulla loro capacità di affascinare, coinvolgere e mobilitare il pubblico, elementi essenziali del marketing elettorale. Trump ha saputo crearsi un’immagine che va ben oltre la politica tradizionale, trasformando la sua figura in un simbolo di protesta e cambiamento . La campagna di Harris potrebbe trarre vantaggio, dunque, dal costruire una narrazione altrettanto potente, che la renda riconoscibile e memorabile come icona di un’America inclusiva e proiettata al futuro. In un mondo dove il marketing politico ha un peso sempre maggiore, e in cui l’opinione pubblica è profondamente influenzata dai social media e dalla narrazione continua dei media, il potere del brand personale e della comunicazione chiara sono elementi decisivi. Se Trump ha già mostrato di saper trasformare la sua immagine in un potente strumento elettorale, Harris potrebbe necessitare di una strategia altrettanto incisiva per riuscire a competere efficacemente. Le elezioni del 2024 rappresentano non solo una sfida politica, ma un test definitivo di come il marketing possa plasmare la percezione di leadership in un’epoca dominata dall’immagine e dalla comunicazione immediata.

  • Il fenomeno Steve Kornacki, esempio di marketing involontario

    Quando si parla di giornalismo politico negli Stati Uniti, un nome si distingue per la sua originalità e precisione: Steve Kornacki . Analista politico e giornalista della NBC, Kornacki è riuscito a trasformare il modo in cui le persone seguono le elezioni e i dati elettorali, al punto da diventare una vera e propria icona pop, con tanto di hashtag dedicato: #trackingstevekornacki. Questo fenomeno va oltre la sua professione, rendendolo un case study di marketing interessante, che rivela come autenticità e competenza possano portare a risultati virali. In un’epoca in cui i media tradizionali sono spesso messi in discussione, Kornacki è riuscito a conquistare la fiducia e l’ammirazione del pubblico grazie alla sua immagine genuina. Vestito con camicie a quadri e pantaloni kaki (ormai suo tratto distintivo), si presenta con un look da "ragazzo della porta accanto," ma con la precisione di un esperto che dedica innumerevoli ore ad analizzare i dati. Durante le maratone elettorali , Kornacki non si allontana mai dalla sua "board" e mantiene il pubblico incollato allo schermo grazie alla sua meticolosità e alla capacità di spiegare concetti complessi in modo semplice e coinvolgente. Il potere dell'hashtag #trackingstevekornacki Con l'avvento di #trackingstevekornacki , Kornacki ha superato il semplice ruolo di analista politico . Questo hashtag, usato per seguirne le apparizioni e le analisi in tempo reale, ha trasformato Kornacki in una star dei social media , dove gli utenti celebrano la sua dedizione e il suo stile inconfondibile. Attraverso questo fenomeno si dimostra come, anche in settori "seri" come quello politico, la personalità possa fare una grande differenza. Le persone non si limitano a seguire i suoi aggiornamenti per il contenuto, ma anche per il "personaggio Kornacki", come se stessero tifando per lui come si tifa per una squadra. Un esempio di marketing involontario Il successo di Kornacki è un perfetto esempio di marketing involontario . Non ha cercato attivamente di creare un brand personale; è stato il pubblico a riconoscerne il valore e a costruire l’immagine della "Kornacki experience" . Questo dimostra quanto sia potente una figura autentica che rimane focalizzata sul proprio lavoro senza mai cercare di "vendere" qualcosa. Il suo caso è quindi emblematico per chiunque lavori nel settore del marketing: mostrare passione e competenza è un potente catalizzatore per il riconoscimento e la notorietà. La lezione per i brand: l'importanza della fiducia L'ascesa di Kornacki dimostra che la fiducia è un fattore chiave nella creazione di un pubblico fedele . In un momento in cui le persone si sentono disconnesse e diffidenti verso le istituzioni, Kornacki rappresenta un volto familiare che dice la verità, senza filtri e senza eccessi. Questo aspetto può essere prezioso per le aziende: essere percepiti come autentici e affidabili permette di fidelizzare il proprio pubblico e di costruire una relazione a lungo termine. Kornacki come brand Nonostante Kornacki sia principalmente un giornalista, il suo successo dimostra che oggi chiunque può diventare un "brand." Il suo stile inconfondibile è divenuto il suo marchio di fabbrica, con i fan che attendono ogni sua apparizione con entusiasmo. In questo senso, Kornacki ha mostrato come una forte identità e una comunicazione coerente possano creare un brand non convenzionale. Questa visione può essere particolarmente utile per le piccole imprese e i professionisti che cercano di distinguersi: non è sempre necessario fare campagne pubblicitarie elaborate; talvolta, basta essere autentici e fedeli alla propria missione. Steve Kornacki è un esempio di come autenticità e passione possano trasformare una persona comune in una celebrità. Il suo successo rappresenta un caso di studio prezioso per i marketer e per chiunque desideri costruire un brand credibile e duraturo . Per i fan e gli analisti, Kornacki non è più solo "l'uomo della lavagna," ma una figura di riferimento capace di fare chiarezza in tempi complessi. #trackingstevekornacki è solo il culmine di questo fenomeno, che ha trasformato un analista politico in un’icona pop americana.

  • Cosa possono imparare i progressisti italiani dalla sconfitta di Harris? Le ragioni di una comunicazione distante e poco efficace

    Le recenti elezioni americane hanno portato una sorpresa amara per Kamala Harris , sconfitta da Donald Trump . Sosteneva con una certa saggezza il Presidente John Fitzgerald Kennedy citando John Keats che “la vittoria ha moltissimi padri, la sconfitta è orfana”. Quello che è certo è che questa battuta d’arresto non è solo politica, ma rappresenta un segnale che va oltre i confini americani: è inevitabile infatti il parallelismo tra i progressisti americani e quelli italiani . Entrambi sembra che fatichino a rispondere alle esigenze del cittadino medio. Cosa ha portato Harris a perdere contro Trump? E cosa possono imparare i progressisti italiani da questa sconfitta? Il distacco dai bisogni concreti: un messaggio che non risponde alle priorità La campagna di Harris si è concentrata su temi identitari e di portata globale, spesso percepiti come lontani dalle preoccupazioni quotidiane degli elettori . I progressisti italiani soffrono di un problema simile: l’attenzione a tematiche importanti, ma poco rilevanti per chi lotta ogni giorno con salari inadeguati, inflazione e crisi economica. Questa distanza genera un senso di disconnessione e una perdita di fiducia . Nel marketing politico, non intercettare i bisogni più urgenti equivale a proporre un brand che non conosce il proprio pubblico. Trump , al contrario, ha capitalizzato sulle frustrazioni del cittadino comune , offrendo risposte dirette e un linguaggio semplice. I progressisti italiani, come Harris, rischiano di apparire sintonizzati su frequenze che il loro elettorato fatica a percepire. Una comunicazione distante e poco efficace Il modo in cui Harris e i progressisti italiani comunicano è spesso tecnico, elitario, a tratti incomprensibile per le persone comuni. Trump, con il suo stile diretto, spesso controverso ma familiare, è riuscito a costruire una connessione immediata. La lezione qui è chiara: in marketing, come in politica, se parli una lingua che il tuo pubblico non capisce, il messaggio non arriva. I progressisti italiani dovrebbero imparare a semplificare la loro narrazione, usando storie e linguaggi che rispecchino il vissuto reale delle persone. È una questione di empatia comunicativa: un brand, politico o commerciale, che non si avvicina ai suoi consumatori perde inevitabilmente terreno. La mancanza di una leadership forte e autentica Trump è riuscito a trasmettere un'immagine di leader forte e, per molti, affidabile. Harris, al contrario, è stata percepita come più debole e distante . Anche in Italia, i progressisti lottano con la questione della leadership: spesso appaiono divisi, incerti, poco capaci di incarnare un messaggio chiaro e coerente. In marketing, la leadership è come la mission di un brand: deve essere forte e riconoscibile, altrimenti il pubblico non sa a cosa aggrapparsi. I progressisti italiani devono trovare voci che ispirino fiducia, che non temano di parlare con decisione e che siano pronte a sostenere posizioni difficili. Autenticità e connessione emotiva Trump ha saputo costruire una narrativa diretta e percepita come autentica, mentre Harris e molti progressisti sono spesso visti come troppo costruiti. Questo è un errore che costa caro. La fiducia si costruisce con la coerenza tra parole e azioni e con una comunicazione che sembra reale e sentita. In USA come in Italia, i progressisti devono adottare una comunicazione più spontanea e meno artefatta. L’autenticità è uno dei valori principali che le persone cercano in un brand e, quindi, in un movimento politico. Una comunicazione genuina permette di creare un legame emotivo con l’elettorato. Ascoltare davvero le persone – Non solo parole, ma azioni che dimostrano empatia e attenzione ai problemi reali. Come un brand che mette al centro la customer experience, i progressisti devono fare lo stesso con la propria base. Semplificare e rinnovare la narrazione – I messaggi devono essere diretti e inclusivi, parlando il linguaggio delle piazze e non solo dei salotti. Raccontare storie che toccano da vicino la vita dei cittadini può fare la differenza. Mostrare una leadership chiara e riconoscibile – I progressisti italiani devono lavorare sulla coerenza e sulla forza delle proprie posizioni. La leadership deve essere un faro, non un’ombra confusa. La sconfitta di Harris contro Trump lancia un avvertimento forte: non basta avere buone idee e nobili intenzioni. Per vincere è fondamentale essere rilevanti, parlare la lingua della propria comunità e costruire un dialogo sincero.

  • Pubblicità in Italia: vince l'automotive che guida la spesa, cresce il digitale.

    Il settore pubblicitario in Italia: chi investe di più e quali sono le tendenze emergenti. L'industria pubblicitaria italiana sta mostrando segnali di ripresa, rispecchiando un quadro economico europeo in lento ma costante miglioramento. Secondo il report Advertising Media Spend H1 2024 di Nielsen Ad Intel, che analizza i trend globali in oltre 90 mercati, anche l 'Italia vede una crescita degli investimenti pubblicitari , sostenuta da grandi marchi sia internazionali che locali. Nella top 10 degli investitori pubblicitari in Italia si trovano nomi di spicco come Procter & Gamble, Ferrero e Volkswagen, affiancati da colossi come L’Oréal, Unilever e Fiat. Questi brand sottolineano l'importanza del mercato italiano per settori chiave come i beni di largo consumo (FMCG) e l’automotive . Automotive in testa agli investimenti pubblicitari Il settore automobilistico domina la scena con una spesa di circa 239 milioni di euro nel primo semestre del 2024. Nonostante le difficoltà legate a un calo delle vendite e alla transizione verso veicoli più sostenibili , l'automotive continua a investire in pubblicità per promuovere nuovi modelli e sostenere la domanda in un mercato ancora in ripresa rispetto ai livelli pre-crisi. Al secondo posto troviamo il comparto ecommerce e servizi online , con un investimento di circa 156 milioni di euro. Questo dato riflette la crescente digitalizzazione e l'aumento degli acquisti online, mentre il settore dei prodotti farmaceutici da banco si piazza al terzo posto con 135 milioni di euro, segno dell'interesse crescente per salute e benessere. Altri settori in evidenza Anche settori come le bevande analcoliche (circa 92,6 milioni di euro), salute e fitness (86,5 milioni di euro) e ristorazione (82,9 milioni di euro) hanno registrato investimenti pubblicitari significativi, evidenziando una ripresa della spesa legata ai consumi fuori casa e alle attività ricreative. Evoluzione dei canali media Per quanto riguarda i canali preferiti dagli inserzionisti, la televisione rimane il principale mezzo di comunicazione pubblicitaria in Italia, grazie alla sua capacità di raggiungere ampie fasce di pubblico. Tuttavia, il digitale sta crescendo rapidamente, trainato dal settore ecommerce e dai servizi online. Le piattaforme digitali, con le loro soluzioni di targeting più precise e personalizzate, offrono nuove possibilità per ottimizzare il ritorno sugli investimenti. Strategie future e opportunità di crescita L'incremento degli investimenti riflette una crescente fiducia delle aziende , che stanno puntando su strategie multicanale per raggiungere i consumatori in modo più efficace. Con la prospettiva di un ulteriore aumento dei budget pubblicitari nel 2024, le aziende che sapranno integrare al meglio dati di mercato e strategie digitali potranno rafforzare la loro posizione in un contesto competitivo sempre più dinamico. La sfida principale sarà quella di bilanciare la presenza sui media tradizionali e digitali, sfruttando le peculiarità di ciascun canale per trasmettere messaggi più efficaci e mirati.

  • Black Friday: rivoluzione del commercio o grande bluff?

    Ogni anno, quando il calendario scorre verso novembre, i commercianti di tutto il mondo cominciano a prepararsi per la più grande giornata di sconti dell'anno: il Black Friday . Ma mentre i grandi colossi dell'e-commerce esultano, molti commercianti tradizionali storcono il naso, vedendo in questa data una minaccia alla loro esistenza. La ribellione al Black Friday , che dilaga nei piccoli negozi, è giustificata? Oppure si tratta di un vano tentativo di resistere a un futuro ormai inevitabile? Le origini di un evento che divide Nato negli Stati Uniti, il Black Friday si è trasformato in una sorta di rito globale del consumo, in cui le persone fanno a gara per accaparrarsi il miglior affare . Per i giganti dell’e-commerce, come Amazon, è diventato uno dei momenti più redditizi dell’anno. I negozi fisici, tuttavia, si trovano spesso tagliati fuori dalla competizione: la logica dello sconto estremo impone margini ridotti, rendendo difficile per le attività tradizionali competere con la velocità e i numeri delle vendite online. Perché i commercianti si ribellano? Margini risicati: Gli sconti del Black Friday sono spesso così aggressivi che molti piccoli commercianti si ritrovano a vendere a costo o, peggio, in perdita. Sostenere ribassi così forti per un’intera giornata rischia di mandare all’aria il bilancio dell’anno intero, senza le economie di scala dei grandi rivenditori. Clienti che cambiano abitudini: I clienti, attratti dalla sirena del “grande sconto” , finiscono per abbandonare i negozi di quartiere in favore delle grandi piattaforme, alimentando un circolo vizioso che mette ancora più in crisi le piccole attività. Logiche non sostenibili: A differenza dell’e-commerce, i piccoli negozi non hanno la struttura per sostenere una vendita massiva a prezzi stracciati. Si trovano quindi davanti a un bivio: ignorare il Black Friday, rischiando di apparire fuori dal mercato, o aderire e compromettere la propria sostenibilità economica. Un rifiuto alla modernità o difesa della diversità? Non si tratta di bloccare il futuro o rifiutare la modernità, come alcuni potrebbero pensare. È piuttosto un modo per sostenere un modello di commercio che difende la qualità e l’umanità dell’esperienza d’acquisto. I negozi di vicinato sono luoghi di relazione, dove l’acquisto non è solo una transazione ma un’interazione personale e significativa. Perché quindi la resistenza al Black Friday? Perché svendere non significa vendere meglio, né per i commercianti né per i consumatori. Gli sconti estremi sono un modello che crea “acquirenti-zombie”, pronti a comprare qualunque cosa, non importa se ne abbiano bisogno davvero. I commercianti tradizionali vogliono, in fondo, ribadire che non è la quantità di acquisti a dare valore, ma la qualità. Il Black Friday e il Marketing Per chi fa marketing, il Black Friday offre un grande insegnamento: è davvero possibile costruire un mercato su un solo modello, spingendo tutti verso un’unica direzione? O dobbiamo invece puntare a valorizzare la diversità e le esperienze uniche che i negozi fisici possono offrire? Alla fine, la ribellione dei commercianti tradizionali al Black Friday non è un vano tentativo di bloccare il futuro. È un tentativo di costruire un futuro diverso, in cui l’acquisto sia un momento di scelta, di relazione e, perché no, anche di supporto a chi ogni giorno rende più viva la nostra comunità. Il Black Friday sarà anche l’evento commerciale del secolo, ma forse dovremmo ricordarci che non tutto può essere svenduto.

  • Non serve Keynes per capire che all'industria turistica serve un salto di qualità.

    L'estate 2023 ha visto diminuire i dati dei flussi turistici in molte località della Toscana e più in generale in tutta Italia. Siamo ancora nel bel mezzo della stagione 2024 eppure la sensazione è che si confermerà questa tendenza. Gli italiani hanno ripreso ad andare all'estero e gli stranieri non hanno colmato il gap. Sono aumentati i biglietti aerei e di sicuro anche i costi dei soggiorni. Venire in vacanza nelle coste toscane costa più di andare a Parigi, Lisbona, Istanbul. Allora qualcuno, conti alla mano, ha preferito la novità rispetto alla classica vacanza al mare. Dobbiamo parlarci chiaro oggi il turismo è un affare complesso che non si può più improvvisare, ma richiede studio e strategia. E' una vera e propria industria moderna : nonostante non sia un settore a sé stante ma sia trasversale ad altri settori, la promozione del turismo è a tutti gli effetti una politica economica. Non serve però Keynes per capire che è necessario un salto di qualità e invece, molto spesso, i nostri servizi sono cari e scadenti, i servizi spesso inesistenti. Continuiamo a fare turismo come 20 anni fa convinti che la gente verrà nonostante tutto perché l'Italia è bella. E' vero abbiamo questo grande vantaggio competitivo, ma non è eterno soprattutto in un mondo globalizzato dove le persone possono scegliere dove andare e cambiare velocemente. Ecco che allora dal divano di casa si guarda qualche foto, si legge qualche recensione, si consulta qualche tariffa e poi si decide di andare altrove. Si parla di industria turistica, ma siamo ben lontano da realizzarla. Nell'industria l'imprenditore per incrementare il reddito rinnova i macchinari molto spesso per produrre meglio e più velocemente. Nel turismo invece nessuno decide di rinnovare i luoghi che producono reddito ed ecco che abbiamo nei nostri territori tantissimi hotel trascurati. Attenzione poi a non usare il turismo per compensare le economie di alcuni territori che hanno dei gap in altri settori come quelli industriali o manifatturieri. Il rischio è quello di creare una "monocultura" rendendo ancora più fragili i territori. Si perché un altro aspetto problematico dell’economia turistica riguarda il lavoro. Si dice che il turismo crei posti di lavoro, ma si tratta perlopiù di lavoro scarsamente retribuito e molto spesso precario . Secondo l’Inps il 64 per cento dei lavoratori nei settori dell’alloggio e della ristorazione è povero. Inoltre va detto che un terzo del valore aggiunto, quello riconducibile alle case per affitti turistici, alimenta la rendita immobiliare in un mercato, quello delle case vacanza, a basso valore aggiunto – perché produce pochi posti di lavoro, precari e pagati poco. In conclusione, il turismo di per sé non è un male, anzi. Il punto è come viene gestito e pensato.

  • Il ruolo cruciale dei social nelle elezioni amministrative: rischi e sfide.

    La comunicazione politica è da sempre un aspetto cruciale nel processo di orientamento dell'opinione pubblica e, di conseguenza, nell'esercizio del diritto di voto. Con l'avvento di Internet e dei social media, queste dinamiche si sono notevolmente evolute, creando un quadro regolatorio che richiede un'analisi attenta, specialmente in relazione alle campagne elettorali comunali. La trasparenza e l'etica devono rimanere al centro della comunicazione politica anche on line. Il ruolo cruciale dei social nelle elezioni impone delle sfide. Le recenti elezioni amministrative hanno confermato la centralità dei social media, mettendo in luce l'esigenza di rispettare la par condicio comunicativa durante la competizione elettorale. Questa situazione riflette un fenomeno non nuovo, ma che ha assunto maggiore rilevanza dagli anni Ottanta, quando le campagne elettorali si sono orientate verso una "personalizzazione leaderistica", concentrata sul candidato come punto focale della coalizione. L'avvento del "social campaigning", iniziato con la campagna di Obama del 2008, ha evidenziato le enormi potenzialità di mobilitazione di Internet, soprattutto attraverso gli smartphone, che consentono un contatto costante con gli elettori. Tuttavia, la comunicazione deve essere non solo veloce ma anche martellante: i candidati devono costantemente rafforzare il legame emotivo con i cittadini per mantenere il loro sostegno. I social media offrono non solo un flusso comunicativo più ampio dei media tradizionali, ma anche un'efficace funzione di coinvolgimento dei cittadini, soprattutto quando vengono utilizzati video e immagini. Di conseguenza, i leader politici devono non solo convincere, ma anche piacere al pubblico. Il consenso si alimenta sempre più con la capacità di intrattenimento nel rapporto tra politici e cittadini, a discapito talvolta della profondità dei contenuti. La necessità di velocità nella comunicazione crea spazi vuoti in termini di regole normative ed etiche. Spesso si assiste a comportamenti ambigui, soprattutto durante le elezioni amministrative locali, dove alcuni candidati usano i canali social istituzionali del Comune per fini politici ed elettorali. Questo solleva interrogativi sul rispetto della par condicio e sulla distinzione tra comunicazione istituzionale e propaganda politica in aperta violazione del principio espresso dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 502 del 2000, in cui è stato esplicitamente fatto divieto alle amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione durante la campagna elettorale per “evitare il rischio che le stesse possano fornire, attraverso modalità e contenuti informativi non neutrali sulla portata dei quesiti, una rappresentazione suggestiva, a fini elettorali, dell’amministrazione e dei suoi organi titolari”. Sarebbe opportuno che il legislatore intervenisse in modo più incisivo per disciplinare la comunicazione politica sui social media, considerando le implicazioni pratiche e i rischi connessi, come la polarizzazione dell'opinione pubblica e l'uso improprio dei dati personali. La penetrazione dei social media e le loro implicazioni richiedono un'attenzione particolare, specialmente in relazione alla gestione dei dati e alla trasparenza nella comunicazione politica. È fondamentale affrontare queste sfide in modo responsabile e con regolamentazioni adeguate per preservare l'integrità del processo democratico. Guardando al futuro, è importante riconoscere che i social media continueranno a svolgere un ruolo cruciale nelle elezioni e nella comunicazione politica. Tuttavia, ciò richiederà un costante aggiornamento delle normative e una maggiore consapevolezza da parte dei politici e degli elettori sull'uso responsabile di questi strumenti. Inoltre, va sottolineato che l'uso dei social media comporta anche una serie di rischi e sfide, tra cui la diffusione di disinformazione e la manipolazione dell'opinione pubblica. È quindi fondamentale promuovere la alfabetizzazione mediatica e la consapevolezza critica tra gli elettori, in modo che possano valutare in modo accurato le informazioni che incontrano online e prendere decisioni informate al momento di votare. Infine, la trasparenza e l'etica devono rimanere al centro della comunicazione politica, sia online che offline. I politici devono essere trasparenti riguardo alle loro azioni e alle loro intenzioni, e devono impegnarsi a promuovere un dibattito pubblico sano e rispettoso su piattaforme digitali. In conclusione, l'era dei social media ha rivoluzionato il modo in cui viene condotta la comunicazione politica, e continuerà a farlo nei prossimi anni. Tuttavia, è essenziale affrontare le sfide e i rischi associati a questa trasformazione in modo responsabile e con un impegno costante per preservare i valori fondamentali della democrazia.

  • Il Potere dello Storytelling nel Marketing Digitale: connessione, coinvolgimento e successo

    Il mondo del marketing è in costante mutamento, e tra le numerose strategie e tattiche utilizzate, un elemento ha dimostrato di essere fondamentale per catturare l'attenzione del pubblico e creare connessioni durature: lo storytelling. Questa pratica antica ha acquisito una nuova rilevanza nell'era digitale, dove il rumore di fondo è costantemente crescente. L'importanza dello Storytelling per costruire Brand memorabili: crea coinvolgimento autentico e raggiungi il successo commerciale 1. Creare connessione emotiva con il pubblico: Uno degli aspetti più potenti dello storytelling è la sua capacità di creare connessioni emotive con il pubblico. Raccontare storie coinvolgenti e personali permette alle aziende di andare oltre la semplice vendita di prodotti o servizi, raggiungendo i cuori e le menti dei consumatori. Le storie che risuonano emozionalmente non solo creano un legame duraturo ma possono anche trasformare i consumatori in sostenitori fedeli, portando a una maggiore fiducia nel brand. 2. Differenziarsi nella concorrenza: In un mercato affollato, differenziarsi è essenziale. Lo storytelling offre alle aziende l'opportunità di distinguersi comunicando in modo unico la propria identità e i valori. Raccontare la storia dietro il marchio, mostrare il processo di produzione o condividere le sfide superate può creare un'immagine autentica che si distingue dalla concorrenza. Attraverso storie uniche, le aziende possono catturare l'attenzione dei consumatori in modo memorabile. 3. Ascoltare e coinvolgere il pubblico: Le persone amano sentirsi coinvolte e parte di qualcosa di più grande di loro stesse. Utilizzare lo storytelling nel marketing permette di  coinvolgere il pubblico in modo attivo. Chiedere alle persone di condividere le proprie storie legate al brand o incoraggiare la partecipazione attraverso contest e iniziative basate sulla narrazione può portare a un coinvolgimento più profondo e significativo. Questa partecipazione attiva contribuisce non solo a rafforzare il legame tra consumatore e brand ma genera anche un'esperienza partecipativa che va al di là della transazione commerciale. 4. Brand Awareness e memorabilità: Le storie sono più memorabili dei dati o delle statistiche. Quando un messaggio è veicolato attraverso una storia, è più probabile che venga ricordato nel tempo. Un racconto coinvolgente crea un'impressione duratura nella mente del consumatore, contribuendo a costruire il brand awareness e a mantenere il marchio nella memoria delle persone. Le storie ben costruite diventano un elemento distintivo, facilitando la riconoscibilità del brand anche in ambienti altamente competitivi. 5. Adattabilità a diverse piattaforme: Lo storytelling si presta bene a diverse piattaforme di marketing, sia che si tratti di contenuti scritti, video, podcast o social media. La flessibilità del formato rende possibile adattare le storie alle preferenze del pubblico e alle specifiche caratteristiche di ogni canale, amplificando così la portata del messaggio. Questa adattabilità consente alle aziende di raggiungere una vasta gamma di consumatori attraverso i canali che essi preferiscono, garantendo un impatto più significativo. In un panorama digitale saturo di informazioni, lo storytelling emerge come un elemento cruciale per il successo nel marketing. Creare connessioni emotive, differenziarsi dalla concorrenza, coinvolgere il pubblico e costruire memorabilità sono tutti benefici derivati dall'abilità di raccontare storie coinvolgenti. Incorporare lo storytelling nella strategia di marketing non è solo una scelta saggia ma un passo necessario per costruire brand forti e duraturi nell'era digitale. Attraverso narrazioni autentiche e coinvolgenti, le aziende possono superare le sfide della concorrenza, creare un impatto duraturo e costruire una base di clienti fedeli che si identificano profondamente con il marchio. In un mondo dove la connessione emotiva è alla base di ogni decisione d'acquisto, lo storytelling diventa la chiave per aprire le porte del successo nel marketing moderno.

  • Nel marketing politico è fondamentale la comprensione del mercato elettorale

    In politica il percorso verso il successo è complesso e richiede una conoscenza approfondita del panorama circostante. Sia che tu aspiri a un seggio in un consiglio locale o punti a diventare il prossimo Sindaco, la tua avventura politica sarà caratterizzata da numerosi elementi comuni. La tua abilità nel comprendere il contesto circostante, indipendentemente dalle dimensioni della comunità che desideri rappresentare, sarà fondamentale per costruire una strategia elettorale vincente. 1. Radici Della Strategia: Contestualizzazione Della Politica L'impegno politico, a qualsiasi livello, condivide elementi chiave. Sia che tu aspiri a una carica municipale o nazionale, la necessità di appartenere a un gruppo civico o politico, una profonda conoscenza del processo legislativo e un contatto costante con l'elettorato sono tratti comuni. Tuttavia, la chiave per il successo risiede nella comprensione delle specificità del ruolo e della comunità che si intende rappresentare. 2. Regole Elettorali: Il Fondamento Della Tua Strategia Le regole elettorali costituiscono il quadro su cui costruire la tua strategia. Determinare se si opera in un sistema proporzionale o maggioritario, se l'elezione è diretta o indiretta, se è possibile esprimere preferenze e se esiste un secondo turno sono dettagli cruciali che plasmeranno la tua strategia. L'approccio dovrà differire a seconda di queste variabili. In un'elezione diretta, la personalizzazione della campagna è fondamentale, mentre in un'elezione indiretta è necessario considerare le dinamiche di lista e le possibili alleanze. 3. Sensibilità Politiche Locali: Adattarsi per Conquistare La storia politica del territorio gioca un ruolo cruciale. Studiare la presenza di subculture politiche può offrire chiavi importanti per capire le dinamiche locali. Dal 1994, il voto d'opinione ha preso il sopravvento sull'appartenenza politica, ma comprendere le preferenze degli elettori locali è comunque essenziale. 4. Identificazione dell'Elettorato di Riferimento: Chi Vuoi Rappresentare? Concentrati sull'identificazione dell'elettorato di riferimento. Capire chi sono gli elettori del territorio, le loro professioni, le loro abitudini di voto passato e le ragioni della loro eventuale insoddisfazione è fondamentale. La tua strategia comunicativa deve rispecchiare le priorità percepite sul territorio e i valori simbolici che risuonano emotivamente con gli elettori. 5. Analisi del Contesto: Un Approccio Pratico Per ottenere un vantaggio competitivo, sfrutta l'analisi del contesto: Studio della Legge Elettorale: Impara la legge elettorale vigente nel dettaglio. Sensibilità Politiche del Territorio: Adatta la tua strategia alla sensibilità politica locale. Identificazione dell'Elettorato di Riferimento: Focalizzati sull'elettorato chiave. Fenomeno dell'Astensionismo: Trasforma l'astensionismo in un'opportunità. Trend Online: Monitora le discussioni online e partecipa attivamente. Dieta Mediatica dei Cittadini: Sii presente su tutte le piattaforme, dalla televisione ai social media. 6. Conclusioni: nel marketing politico è fondamentale la comprensione del mercato elettorale. Le elezioni si avvicinano, e la tua preparazione deve essere completa. Adatta queste strategie al tuo contesto specifico. Non esiste una strategia "buona per tutti". Le buone pratiche sono universali, ma il successo dipende dall'applicazione intelligente e contestualizzata di queste strategie. Nel marketing politico è fondamentale la comprensione del mercato elettorale. Marco Gasparri Consulente Marketing info@marketingantipatico.com (+39) 347 9729834

  • Il micro influencer marketing sempre più rilevante nel panorama del marketing digitale.

    Il concetto di micro influencer marketing deriva dalla crescita di individui con un seguito meno ampio rispetto agli influencer di grande fama, ma spessi significativo all'interno di una specifica nicchia. Il micro influencer marketing sempre più rilevante nel panorama del marketing digitale. Questi creatori di contenuti sono in grado di esercitare un notevole impatto su un pubblico ristretto, solitamente appassionato di un particolare argomento. L'approccio distintivo dei micro influencer si basa sulla qualità dei contenuti per coinvolgere il loro pubblico in modo autentico e significativo. L'approccio distintivo dei Micro Influencer In termini pratici, i micro influencer possono differenziarsi dai grandi influencer concentrando la loro attenzione su una nicchia specifica, dove il rapporto tra influencer e follower è più diretto e personale. Mentre i grandi influencer possono avere milioni di follower, i micro influencer, con un seguito generalmente compreso tra 1.000 e 100.000, riescono a mantenere una connessione più stretta con la propria audience. Questa vicinanza è fondamentale per la fiducia del pubblico e, di conseguenza, per l'influenza che possono esercitare. Un aspetto cruciale del microinfluencer marketing è la capacità di questi creatori di fornire contenuti autentici e credibili. Rispetto alle campagne pubblicitarie tradizionali o alle partnership con influencer di grande portata, i micro influencer offrono un approccio più genuino e personale. Questo approccio autentico è un elemento chiave nel coinvolgimento degli utenti, poiché il pubblico percepisce la sincerità delle raccomandazioni e delle opinioni degli influencer. Piattaforme e target del Micro Influencer Marketing Le piattaforme più comuni su cui operano i micro influencer includono Instagram, YouTube, Twitter, Facebook, TikTok e Twitch. La diversificazione su queste piattaforme consente loro di raggiungere una vasta gamma di pubblici, adattando i contenuti alle specificità di ciascuna piattaforma. Rispetto ai costi associati alle campagne con grandi influencer, gli investimenti nel microinfluencer marketing sono spesso più accessibili per le aziende. Questo rappresenta un vantaggio significativo, consentendo alle imprese di ottenere risultati promozionali efficaci senza esaurire ingenti risorse finanziarie. Il micro influencer marketing ha dimostrato di essere particolarmente efficace per raggiungere target di pubblico specifici. La sua forza risiede nella capacità di penetrare nelle comunità di nicchia, dove la fiducia è un elemento chiave nelle decisioni di acquisto. La possibilità di indirizzare contenuti personalizzati a un pubblico altamente interessato consente alle aziende di creare connessioni più significative e di costruire relazioni durature con i clienti. Crescita continua del Marketing Digitale 2024 Nel contesto del marketing digitale del 2024, le prospettive del micro influencer marketing appaiono promettenti e in continua crescita. Le tendenze attuali indicano che il pubblico è sempre più incline a fidarsi delle opinioni e delle raccomandazioni autentiche di micro influencer rispetto alle tradizionali strategie di marketing. La personalizzazione e l'autenticità rimarranno al centro delle strategie di micro influencer marketing, poiché le aziende cercano di mantenere una presenza online rilevante e coinvolgente. Un ulteriore sviluppo è rappresentato dalla crescente integrazione del microinfluencer marketing nelle strategie complessive di marketing digitale delle aziende. Non sarà più considerato come un elemento isolato, ma come parte integrante di campagne più ampie, consentendo alle aziende di sfruttare appieno il potenziale di questo approccio innovativo. Con la crescente attenzione sulla privacy online e la saturazione di contenuti pubblicitari, il microinfluencer marketing offre un rifugio dove l'autenticità e la connessione personale possono fiorire. Prospettive future e coinvolgimento del pubblico Le aziende avranno l'opportunità di capitalizzare su queste caratteristiche uniche, creando strategie di marketing più mirate e rispondenti alle esigenze mutevoli del pubblico. In sintesi, il micro influencer marketing ha dimostrato di essere una strategia efficace nel raggiungere specifici obiettivi di marketing. Nel 2024, la sua crescita continua è prevedibile, con una maggiore integrazione nelle strategie globali di marketing digitale e una sempre più marcata enfasi sull'autenticità e sulla connessione personale come driver chiave del coinvolgimento del pubblico. Marco Gasparri Consulente Marketing info@marketingantipatico.com (+39) 347 9729834

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